Mercoledì mi sono macinato 500km sul mio Sportsterino per andare a trovare i miei fratelli di olio pazzo, i miei amici e le loro moto. Dovevo completare i servizi fotografici ai mezzi di Matteo. Già perchè Matteo è uno dei più grandi appassionati di questi ferri americani che io conosca. E le sue moto parlano per lui e rappresentano quello che gli gira dentro. Beh, è sempre un piacere per me poter vedere e toccare con reverenziale rispetto una vecchia signora che porta un motore Panhead sotto il serbatoio. Ma poterla accendere e guidare anche solo per qualche centinaio di metri è stato davvero emozionante. E ve lo dice uno che come prima moto di tutta la sua vita si è preso uno Shovel che da anni accende solo a pedale. Kickstart e un buon SU, un po' di olio qua e là ed il gioco è fatto. Ma questi kick sono tutti sempre diversi, quasi fossero le impronte digitali delle moto su cui montano. Mi dicono tanto, che cosa ci sta dentro a quei due vecchi cilindri. La tosse, o il respiro affannoso, il silenzio o il ritmo perfetto e scandito. Adoro questi suoni. Ma sono nulla rispetto alla mia ignoranza nell'utilizzo di una vecchia frizione a pedale e di un cambio a mano al serbatoio dove le marce stanno esattamente dove mai avresti pensato che fossero. EL del 1948. Rivista secondo Matteo insieme al buon Roberto Rossi di Villa Garibaldi (MN), in una versione da corsa sulle spiagge di Daytona di oltre mezzo secolo fa. Il primo motore Panhead, l'unica versione con forca Springer a parte quei pochi esemplari prodotti nel '49. Un giretto breve, al tramonto in mezzo alle campagne, come deve essere, come era un tempo. E poi buone chiacchiere al tavolo davanti a formaggio fuso e prosciutto. E il rientro a casa, di notte, con il sorriso, l'emozione, i ricordi, la stanchezza. Questa è vita. E non lamentatevi se avete qualche vite allentata. Stringetela o perdetela. Ma continuate a vivere.
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Last Wednesday I went to visit some friends and their bikes. Old brothers of the crazy oils. 500k's away on my Sportster to take the last pics of Matteo's jewels. Matteo is one of the most passionate Harley lovers that I ever met and his bikes reflect his devotion. It's always a pleasure for me to see an old Panhead and to touch it with reverential respect. But to drive it, it's a whole different thing. My first bike was a Shovel, kickstart only. And God only knows how many times I kicked it to life. Kickstart and SU. The perfect combination. But they are all different. It's like they are the fingerprints of the creature that lies inside those two old cilynders. They cough or they scream, they remain silent or they pound like a machine gun. It is always such a great emotion, such a great feeling. 1948 EL.The very first Panhead. The only year with the Springer fork with the exception of a few models produced in early '49. It has been modified by our good friend Roberto Rossi following Matteo's instructions and taste for vintage parts. Driving the hand shift and the foot cluch is something fun and scary at the same time. But I loved it. Riding with the sunset, in the open fields, just like a long time ago. And then sitting at a table with my old friends, talking stories and eating fried cheese and prosciutto. And then riding back home in the middle of the night, with a smile on my face, good memories mixed with sore butt and burning eyes. This is the real life. This is the real deal. You out there do not even try to complain if a bolt is loose. Tighten it or let it go. Just live and ride.
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